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23 marzo 2014

MAROCCO 2014. meravigliosa avventura.

Ebbene sì, dopo un anno di attesa finalmente si parte, destinazione MAROCCO.
Il 10 di marzo Marco ed io partiamo, l'imbarco previsto da Genova per Barcellona. Dopo quasi 20 ore di navigazione arriviamo a Barcellona dove , su moto, proseguiamo alla volta di Almeria.  L'avventura inizia "bene" perché oltre ad un freddo bestiale prendiamo acqua e grandine , per fortuna non molta. Arrivati ad Almeria ci imbarchiamo alle 23, e lì al porto conosciamo un ragazzo di Asti, Guido, che con un TDM 800 vuole arrivare fino a Dakar per poi aspettare la sua ragazza a Marrakech... tutto questo in  tre mesi di viaggio!!!.
 Due persone sensibili come Marco ed io, ascoltando i racconti di questo ragazzo viaggiatore, che del viaggio  ha fatto una scelta di vita, veniamo presi dallo sconforto  pensando che da lì a due settimane ci aspetterà di nuovo il lavoro e il solito tran tran. 
Finalmente arriviamo in Marocco e siamo proprio in dogana a Melilla: sembra di stare in un film hollywoodiano, gente che corre, urla, file interminabili per timbri , filo spinato con cancelli dalle palizzate altissime, tutto questo vissuto per 5 ore, dato che nessun ufficio era disposto a farci l'assicurazione, e di conseguenza niente timbro lascia passare.
Guido ed io finalmente troviamo un assicuratore , almeno cosi sembrava, che ci stipula la polizza, 80 euro 10 gg, UN'AFFARE!?.
E da qui il viaggio ha inizio. Passiamo Melilla e arriviamo a Nador.   
Poiché qui è appena diluviato le strade sono un fiume in piena... non potete immaginare la corrente che c'era, e l'acqua arrivava a metà ruota...delirio. Dopo aver passato la notte nella città di Guercif  arriviamo a Middle che sarà la partenza per la pista del Jaffar. 
 La temperatura di tutto rispetto, freddo, ci fa temere di trovare la neve , ma il proprietario dell' hotel ci dice che non avremo difficoltà nel farla con le moto. Neve e poi tanto di quel fango che per fare circa 60 km ci impieghiamo tutta la mattina. Io sono caduto diverse volte, a causa di  peso elevato, ma anche perché la ruota davanti rimaneva frenata dal fango. L'immensa fatica sarà ricompensata dal paesaggio circostante. Ci imbattiamo  in una casupola berbera  dove  due donne ci chiedono vestiti ed una bimba ci fa vedere i piedini nudi pieni di fango. Altre realtà a cui non siamo abituati, e non potendo essere  d'aiuto, proseguiamo con un po' di commozione. Arriviamo ad Ilmichil, una città interamente fatta di case di fango, ma riusciamo a  trovare posto in un hotel, con camera con vista su catena atlante innevata. Si va a letto presto, sia per la fatica del giorno, ma anche perché ci aspetterà una tappa lunga. L'indomani ci dirigiamo a far visita ai laghi di Isli e Tisli, perle incastonate in una vallata magnifica, e poi alla volta del passo tizi-n-Ouano con i 2900m carrabili. Unico problema è che arrivati quasi in cima, sempre causa fango che sembra cemento,  la frizione  inizia a scivolare e sono costretto a smontarte il parafango anteriore che ormai  è diventato parte della  ruota. Veniamo aiutati da un pastore berbero a mettere la moto sul cavalletto centrale. Dopo un'oretta riprendiamo, e la frizione che nel frattempo si è raffreddata non mi dà più nessun problema. La discesa del passo si presenta asciutta e con il solito panorama incantevole...concludiamo la giornata con l'arrivo alle gole del Dades e suoi tornanti  famosi sul canyon.
Tinghir è il paese da dove si parte per le gole del Todra. La strada è rasente il fiume che ora è basso, ma nelle stagioni di scioglimento delle nevi, inonda completamente la strada. Le pareti del canyon sono altissime e strette, tanto da far impressione stare al loro interno.
 Purtroppo  Marco inizia ad accusare uno strano rumore di catena, misto a ferraglia, come dice lui, e la moto inizia ad avere una  strana vibrazione . Proseguiamo imperterriti lungo la  strada, che uscendo dal Todra ci porta a fiancheggiare canyon e campi coltivati,   sempre restando intorno a quote tra i 1300-1700m.  
Per arrivare alla tappa finale, Errachidia, passiamo su una pista, che poi scopriamo essere il letto del fiume, dove per la meraviglia del posto ci facciamo un pranzetto al sacco, soli, in questa cornice di rara bellezza. All'arrivo ad  Errachidia l'amara sentenza. Marco ormai constata che il rumore e la vibrazione sono aumentati, e dopo un'approssimativa diagnosi pensa che si stia deteriorando il cuscinetto del cambio e che quindi sia rischioso proseguire, specialmente sulle piste. 
Da qui la risalita verso Nador  è veloce... almeno riusciamo a vedere le gole dello Ziz che troviamo lungo la strada. Quella stessa notte, la decisione inevitabile di abbandonare il viaggio, ci fa dormire male. Eravamo ad un passo dal finire il tour, ma pazienza, almeno siamo arrivati a casa con le moto intatte. Conclusioni: viaggio unico, pieno di emozioni, persone magnifiche e mai invadenti da stancarti e sempre pronte ad un saluto. Panorami e natura incantevoli. Il Marocco va visto e vissuto almeno una volta nella vita. Ringrazio mia moglie che ha permesso tutto questo, e mio figlio, che inconsciamente ha dedicato 10 gg. della sua fantastica esistenza  alla passione di suo padre.
Godetevi il link delle foto:
https://picasaweb.google.com/116851544143708533509/Marocco2014#

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