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21 aprile 2018

Un viaggio nel passato.10.06.16

Viaggiare in moto è qualcosa di magnifico, e per chi ha la passione è quasi indispensabile.
A volte pur di poter sfogare la nostra voglia si percorrono km  senza neanche capire quale realmente sia la meta, ma con la soddisfazione di essere lì in sella, alla conquista di ogni metro di asfalto.
Km ne ho percorsi molti e sempre con mete importanti, ma questo viaggetto mi ha portato in un posto che volevo visitare da moltissimo tempo, un tuffo nel passato, una presa di coscienza spinta dalla voglia di comprendere.
Non posso certo dire che sia stato un viaggio divertente e spensierato, o meglio, lo è stato grazie anche agli amici di sempre, ma comunque l'amarezza e l'incredulità di quello che un essere umano sia stato in grado di fare mi lascia perplesso.

Andiamo con ordine.

Il programma, visto i giorni limitati, prevede di arrivare in giornata a Brno, Arriviamo nel tardo pomeriggio e dopo aver trovato un piccolo ed accogliente hotel passiamo la serata in giro per la città. Brno è stata una piacevole sorpresa, ordinata, piena di bar e ristoranti dove passare una serata rilassante. Tra un ottimo piatto locale e birre a volontà, la serata trascorre in fretta per le vie del paese, accompagnandoci soddisfatti verso l'hotel.
La sveglia di buon ora ci permette di poter macinare km senza fretta e di godere a pieno dei bei panorami che si aprono intorno a noi, tra campi coltivati e vallate arriviamo in Polonia. Pensavo di trovare un territorio molto più desolato, invece la prima parte di Polonia, quella a confine con la Rep. Ceca è bellissima e ben curata.
Siamo in hotel, di fronte ad Auschwitz, prima del previsto, e questo ci permetterà di fare una visita ben accurata. L'ingresso al museo con guida in italiano costa 12€, ed incluso c'è anche un bus navetta con cui ci porteranno al campo di Birkenau distante circa 3 km.
Appena si entra al campo museo di Auschwitz viene spontaneo non parlare...ti guardi intorno alla ricerca di qualsiasi cosa che ti spieghi che posto sia stato per chi l'ha vissuto, e nella tua mente si susseguono immagini viste nei documentari...e tu cerchi di collocarle in qualche modo, ma più stai lì e meno riesci a mettere a fuoco. Con l'aiuto e le spieganzioni della guida, una signora polacca, entriamo cosi in una sorta di spazio tempo dove riusciamo a percepire la vita del campo quando era in funzione. Ovviamente il nostro è un contatto cosi remoto e lontano dalle sofferenze sopportate dai prigionieri, che viene difficile percepirne appieno la loro drammatica esistenza.
Passeggiando tra le vie del campo. tra uno stabile e l'altro, l'unico rumore che si sente sono i nostri passi sulla ghiaia, e la voce sottile della guida che esce dalle nostre cuffie.
Ogni gruppo che si incrocia è muto, si guarda spaesato, e nel viso di ognuno di noi c'è sgomento e commozione. Arriviamo, infine. alla visita del forno e della camera delle "docce" che di fatto era una camera a gas. Si possono ancora vedere i segni dei graffi  alle pareti, prigionieri che disperati cercavano in tutti i modi di respirare ossigeno.
 Se il museo ti commuove al punto di piangere, il campo di Birkenau ti lascia senza parola dalle dimensioni spaventose. Non so quantificare 175 ettari, ma comunque non si riesce a scorgere la fine dei quattro punti delle "vie principali". Sono rimaste in piedi solo poche baracche,  di altre ne  rimangono visibili solo i camini. Anche i forni sono un cumulo di macerie, i tedeschi hanno raso al suolo tutto quel che potevano per non lasciare testimonianze. Il campo era stato costruito per la "soluzione finale" e le sue dimensioni sono la testimonianza di quanti prigionieri riuscivano a gestire.
Alla fine della visita rientriamo in hotel, si chiacchiera tra noi su quello che si è visto, e la serata passa tra vari discorsi.
La mattinata si presenta brillante, con il sole che vuole rasserenare i nostri umori. Così optiamo per una deviazione per la città di Cesky Krumlov, patrimonio dell'umanità, Il centro storico è all'interno della curvatura a ferro di cavallo del fiume, con il castello dall'altra parte della Moldava . Paese di grande interesse culturale, e all'interno del fossato del castello sono presenti due orsi.
 Che dire di più, sono stati giorni magnifici, un tuffo nel passato per ricordare, per non commettere altri errori gravi, ma che in parte stiamo commettendo di nuovo, solo con forme diverse.
Un posto da vedere, capire, e tenerselo come "bagaglio culturale", spiegarlo a chi verrà dopo, trasmettendo un forte senso civico di rispetto, dove alla fine di tutto l'unica differenza di "razza" è l'ignoranza, dove a tutti i costi si vogliono trovare diversità in un contesto di puro egoismo.

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